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La Valle Steria
.....9. Il paesaggio rurale costruito. I muri a secco e le "caselle".
.....Il contesto ambientale della valle, là dove l'espansione turistica degli ultimi decenni non è arrivata a produrre cambiamenti sostanziali, è caratterizzata comunque da elementi che sono stati opera dell'uomo nei secoli passati. Ve n'è uno che emerge con evidenza e rimane a testimoniare delle fatiche degli abitanti che caparbiamente hanno forgiato questa terra in origine aspra e selvaggia per ricavarne fasce di terreno da coltivare. Si tratta dei muri a secco, detti "maxé" nella parlata locale, realizzati con pietre appena sbozzate posate sapientemente una sull'altra, senza l'ausilio della malta o di altri leganti e fermate con scaglie inserite negli interstizi. A un esame tecnico essi rivelano caratteristiche strutturali notevoli, che denotano l'alta specializzazione degli esecutori, frutto di esperienze secolari; tali sono ad esempio l'inclinazione, regolare in quelli più bassi e progressivamente più accentuata in prossimità del piede in quelli più alti, o la disposizione "di taglio" delle pietre nelle arginature dei torrenti, per opporre una resistenza maggiore all'impetuosità delle acque, e ancora il riempimento retrostante con scaglie o altro materiale drenate per favorire il deflusso regolare delle acque meteoriche. Ma ciò che più desta stupore e che dà la misura dell'impegno profuso nella realizzazione di quest'opera immane è l'estensione dei muri, che secondo le stime più prudenti soltanto in questa Valle assommano a una lunghezza complessiva di oltre 1.200 chilometri.
MURI, STRADE, ACCIOTTOLATI
.....La specializzazione nella tecnica della costruzione in pietra a secco è evidenziata da altri elementi tipici del paesaggio rurale locale. Il più singolare è costituito dalle casélle, piccole costruzioni campestri utilizzate per il deposito degli attrezzi e talvolta per il ricovero temporaneo di persone o animali. Esse solitamente hanno la pianta ellittica, quadrangolare e absidata. Esternamente hanno forma tronco-conica più o meno rastremata; in rari casi hanno il profilo gradonato o cupoliforme. L'ingresso può avere diverse forme: il più delle volte è semplice e architravato o architravato con sopraluce; il sopraluce però in questo caso non è preposto all'illuminazione o all'areazione dell'interno, ma piuttosto all'alleggerimento del carico che altrimenti graverebbe sull'architrave, costituito da un monolito di roccia locale, che ha notoriamente una resistenza meccanica relativa; tale funzione è evidenziata dal fatto che spesso il sopraluce è cieco, ovvero chiuso verso l'esterno con una muratura in pietra più sottile e leggera. La volta interna è sempre a pseudocupola, realizzata con filari di pietre aggettanti verso l'interno e terminanti in alto in un foro chiuso superiormente da una pesante lastra di pietra, che all'occorrenza può essere rimossa per dare luogo ad una corrente d'aria ascensionale, utile ad esempio per scaricare i fumi se si accende un fuoco all'interno.
.....I muri hanno alla base uno spessore notevole e la tecnica di costruzione è quella tipica della muratura "a sacco", costituita da due paramenti esterni realizzati con la tecnica dei muri a secco e il riempimento interno composto da pietrame di scarto e scaglie.
.....Esistono casélle a un solo livello e altre disposte su due livelli. Le prime sono più frequenti negli uliveti e nelle zone coltivate più prossime agli abitati. Esse hanno dimensioni piuttosto contenute, che non vanno mai oltre i 2 metri e mezzo di diametro interno alla base e i 2 metri d'altezza e sono sempre state adibite essenzial-mente a deposito. Talvolta sono incassate nei muri di fascia e interrate sotto il piano di campagna.
.....Quelle a due livelli invece soventemente sono state utilizzate anche per il ricovero di persone e animali;
quasi sempre hanno due accessi: quello superiore è raggiungibile tramite una scala in pietra addossata alla parete esterna, oppure, nei manufatti addossati a un muro di fascia, dal terrazzamento corrispondente.
Il solaio è costituito da un tavolato di legno, sul quale veniva ammassato il fieno, che costituiva il foraggio
degli animali da soma che venivano sistemati in
basso e, all'occorrenza, il giaciglio per chi vi doveva pernottare.
LE CASELLE
.....In questo tipo di strutture il diametro interno alla base in genere misura circa 3 metri, o poco di più, e l'altezza è intorno ai 4 metri; ma si sono trovati i resti di alcune di dimensioni ragguardevoli; una misurava alla base 5 metri e mezzo di diametro interno e 2 metri di spessore del muro e, fatte le debite proporzioni, doveva avere un'altezza interna di oltre 7 metri. Queste casélle si trovano prevalentemente nei siti coltivati più distanti e scomodi da raggiungere, dove nel pieno della stagione lavorativa si sostava la notte per evitare lo spreco di tempo e di energie del trasferimento quotidiano. Gli anziani del luogo ricordano con nostalgia le notti trascorse in quei luoghi, quando da bambini nella stagione estiva seguivano la famiglia al lavoro nei campi. Dalle loro testimonianze si ricava che all'interno di quelle casupole spesso pernottavano contemporaneamente fino a 10 o 12 persone.
.....Un censimento esaustivo di queste strutture non è possibile in quanto molte in passato sono crollate per l'incuria e i loro resti spesso giacciono nascosti sotto grovigli intricati di rovi che le celano alla vista, mentre molte altre sono state demolite dai contadini per recuperare il materiale lapideo utile per altri usi o per liberare l'area da quelle strutture ormai obsolete. Ciò non di meno una ricerca sistematica condotta negli ultimi anni Ottanta su tutto il territorio della Valle ha permesso di individuarne oltre duecentocinquanta, delle quali quasi un terzo sufficientemente integre e agibili.
.....Esemplari di casélle ben conservate si trovano sparsi un po' ovunque; le più interessanti si trovano nei prati ai piedi del Monte Ceresa e lungo i versanti in prossimità dei crinali della Colla, in passato zone di intensa raccolta del fieno, nelle località Ina Sorba e l'Erbarea, dove sono state rilevate quelle di dimensioni maggiori, e, come si è detto prima, negli uliveti e in quasi tutte le altre aree coltivate, con la sola esclusione delle zone pianeggianti di fondovalle.
.....La tecnica della pietra a secco è stata impiegata correntemente anche nelle altre costruzioni rurali di dimensioni modeste, quali stalle o piccoli depositi. Per i fabbricati di maggiore importanza e per quelli d'abitazione, invece di norma si è preferito costruire i muri impiegando le pietre migliori per forma e consistenza nella realizzazione dei paramenti esterni e le restanti per il riempimento interno, usando inoltre la terra come legante e riempimento degli interstizi, e la malta di calce per sigillare i giunti esterni; in questo modo si è riusciti a conciliare l'economia costruttiva con la garanzia di solidità e durata nel tempo.
.....Per le stesse ragioni il fondo delle strade campestri e dei vicoli dei borghi è stato pavimentato con un rude accoltellato di scaglie di pietra, meno elegante degli acciottolati disegnati con i sassi tondi di fiume, tipici invece dei sagrati, e meno comodo dei selciati cittadini, ma più adatto all'impiego degli animali da soma, il mezzo di trasporto esclusivo di queste zone impervie, e a resistere all'impeto delle acque meteoriche, dovendo assolvere in molti casi anche alla funzione di fosso di raccolta e deflusso.
.....Le esigenze di mobilità e i mezzi di trasporto moderni hanno determinato l'abbandono e in molti casi la cancellazione di questi antichi itinerari. Se ne conserva soltanto qualche tratto nei vecchi borghi o lungo i percorsi che collegavano i paesi o conducevano alle valli vicine, valicando i passi. Ripercorrendo questi tracciati si possono scoprire altri aspetti dimenticati della nostra terra; ci si può imbattere nei ruderi di un antico borgo rurale abbandonato, come quello di Villavé, con i resti ancora riconoscibili di una colombera e della chiesa dedicata a San Giuseppe, o in qualche altro oratorio campestre, o in un "pilone", una sorta di modesta edicola votiva contenente una statuetta o l'immagine dipinta di un santo che invita i passanti al raccoglimento. E se si volge lo sguardo più in alto si può scorgere una villa rurale isolata, immersa nel verde della natura, dall'altra parte un'altra con la sua colombera che svetta fra gli ulivi e più in là ancora una tipica casa-torre.
..........................................G. F.
LA VALLE STERIA
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3. I toponimi Cervo, Steria e Faraldi
4. Paesaggio e natura in epoca antica
5. L'età moderna: la grande avventura dell'ulivo
6. L'industria olearia nel Seicento
7. Nel segno dell'olio d'oliva
8. Altre produzioni agrarie. La floricoltura
9. Il paesaggio rurale costruito: i muri a secco e le caselle
10. L'ambiente naturale: la flora spontanea
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